Mentor interno o esterno: quale scegliere?

Pubblicato da: Daniela Belotti Categoria: Come fare, Mentoring

MENTOR INTERNO O PROFESSIONISTA ESTERNO?

Qual è la soluzione migliore per il tuo progetto?

Si parla sempre più di mentoring e forse anche tu stai pensando di realizzare un progetto nella tua organizzazione.

Ecco allora che guardi le proposte delle società di consulenza e il dubbio ti assale.

Qual è la differenza tra un progetto che si avvale di mentor interni all’azienda e quello che utilizza mentor esterni “professionisti”?

Scopriamo insieme le differenze e i vantaggi delle due soluzioni.

COSA SI INTENDE PER MENTOR INTERNO?

Il mentor interno è una persona dell’azienda, che formata al ruolo e alle tecniche di mentoring si affianca ad un/a collega in una relazione di sviluppo reciproco e di sviluppo organizzativo.

Qual è la sua forza?

Il fatto che essendo persona dell’azienda conosce e incarna i valori e il modello di ruolo di riferimento dell’azienda stessa.

E la condivisione dei valori e il role modeling sono alla base di una relazione di mentoring.

Inoltre durante le loro conversazioni mentor e mentee potranno condividere conoscenze sui processi aziendali che solo una persona interna può conoscere, a beneficio del sistema organizzativo.

Il mentore interno quindi lavora sullo sviluppo personale e organizzativo e aiuta il mentee a rispondere alla domanda: quale professionista voglio diventare all’interno della mia organizzazione.

I vantaggi in questo caso saranno:

  • valorizzazione delle competenze interne
  • allineamento valoriale
  • riconoscimento ai mentor e ai mentee
  • engagement
  • sviluppo personale
  • sviluppo organizzativo
  • sviluppo di una mentoring leadership 

 

E IL MENTOR ESTERNO ?

In questo caso parliamo di un professionista, che alle competenze necessarie a svolgere il ruolo di mentore deve aggiungere l’esperienza vissuta sul campo in ruoli affini a quelli del mentee, ma in altre realtà.

Il mentore esterno quindi lavora solo sullo sviluppo personale e aiuta il mentee a rispondere alla domanda: quale professionista voglio diventare, punto.

Il vantaggio di una figura esterna sarà che porterà in azienda una visione diversa e potrà arricchire il mentee con contaminazioni e stimoli “out of the box”.

Quali vantaggi :

  • contaminazione
  • diversity
  • riconoscimento ai mentee
  • professionalità del ruolo ( quando c’è)
  • sviluppo personale
  • nuove competenze

 

E ALLORA QUALE SCEGLIERE?

Pare banale scriverlo, ma dipende dai bisogni della tua organizzazione.

Se hai bisogno di creare un dialogo intergenerazionale e di valorizzare le competenze che già hai in azienda, sicuramente sarà utile formare le tue persone a fare i mentor e alimentare un programma articolato e continuativo di mentoring.

Diverse aziende nostre clienti si stanno già muovendo in questa direzione creando una vera e propria academy interna per formare i mentor con percorsi che prevedono anche il riconoscimento di una certificazione internazionale grazie al nostro partner Scuola Italiana di Mentoring.

Insomma crei valore che resta all’interno dell’organizzazione con ottimi risultati di miglioramento della retention.

E con il supporto di una piattaforma puoi “democratizzare” il mentoring estendendo la platea dei beneficiari oltre i soliti “talenti” diffondendo una nuova leadership allenata alla condivisione e all’apprendimento continuo.

Se invece hai bisogno di portare “aria nuova” in azienda e sviluppare nuove competenze fare riferimento a professionisti esterni sarà la soluzione giusta per te.

Attenzione: ho parlato di professionisti del mentoring.

Non basta che siano manager di altre aziende, devono essere formati al ruolo di mentor e alle tecniche per condurre le conversazioni evolutive del mentoring.

In questo caso l’intervento sarà mirato ad un numero più ristretto di “fortunati”.

Siamo forse più vicini a quello che si sta ora delineando come la terza generazione di coaching, basata sul dialogo trasformativo e collaborativo di cui parla  il Prof. Reinhard Stelter?

 

 

QUALI SONO I PUNTI CHIAVE?

Devi avere comunque mentor formati.

Quindi se da un lato avrai i costi della formazione, un investimento che crea un volano di crescita diffusa, dall’altro pagherai i professionisti.

La selezione deve essere attenta 

In entrambi i casi conoscere nel dettaglio le competenze dei mentor e profilarli per l’abbinamento sarà la chiave del successo del tuo programma di mentoring.

Il progetto deve essere strutturato

Linee guida che accompagnino il percorso delle coppie sono fondamentali per ottenere risultati anche a livello organizzativo e questo è sicuramente più facile con mentor interni che formi sulle esigenze del tuo progetto.

IL MENTOR ESTERNO PUÒ SOSTITUIRE IL MENTOR INTERNO?

Come detto dipende dalle tue esigenze organizzative.

Se hai bisogno di aumentare l’engagement, lavorare sui valori aziendali e valorizzare il patrimonio di competenze delle tue persone non puoi che scegliere di formare i tuoi mentor e partire!

Gli step che consigliamo

Se vuoi realizzare un progetto di  mentoring all’interno della tua organizzazione, ecco come procedere:

  1. parti  con una “fotografia” del tuo bisogno di sviluppo organizzativo
  2. definisci se utilizzare mentor esterni o interni (identifica i profili interni che posseggono le competenze richieste. Saranno i tuoi  Mentor Champion)
  3. disegna lo schema del tuo progetto e le linee guida per gli incontri
  4. forma le persone interne o seleziona i professionisti
  5. identifica i criteri per definire le coppie di mentoring
  6. utilizza un software per invitare i partecipanti al progetto, formare le coppie migliori e gestire in maniera professionale il progetto.

Se hai le competenze interne, procedi in autonomia; in alternativa contattaci per una consulenza.

E buon mentoring journey!

Daniela Belotti

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