Mentoring informale o formale: quali differenze?

Pubblicato da: Daniela Belotti Categoria: Come fare, Mentoring

MENTORING INFORMALE O FORMALE: TOGLIAMOCI OGNI DUBBIO

“Ma serve il mentor in azienda?”

“No, il/la mentor non ha bisogno di formazione ogni mentor fa a modo suo”

“Il mentoring è una relazione up-down”

Questi alcuni commenti che ho colto in post e webinar su Linkedin recentemente da cui ho capito che non c’è ancora chiarezza sulla differenza tra mentoring informale ed formale.

Quindi se vuoi saperne di più mettiti comodo/a ( cit. Aranzulla 😂 ) e continua a leggere.

 

COSA SI INTENDE PER MENTORING INFORMALE?

Hai presente quella persona importante nella tua vita che ti ha aiutato a fare delle scelte nei momenti sliding doors?

Oppure la persona all’interno dell’azienda, che fin da subito hai spontaneamente individuato come punto di riferimento per imparare a muovere i primi passi e scoprire le regole non scritte del gioco.

Ecco questi sono stati per te mentor informali.

Cosa li caratterizza? 3 C

  • Compassione
  • Coraggio
  • Curiosità

Le principali qualità che un/a mentor dovrebbe sviluppare comunque.

La compassione va un po’ oltre l’empatia, è fatta di capacità di comprendere l’esperienza altrui e di volontà di agire da supporto.

E si sposa benissimo con quello che si dovrebbe fare nel mentoring informale:

  • sono qui per aiutarti …. a diventare la migliore versione di te
  • non per darti la soluzione
  • non per farti da spicologo/a

E poi il coraggio di mettersi in gioco in una relazione che solo apparentemente è up-down.

Si il/la mentor ha più esperienza, questo è alla base,  ma in una vera relazione di mentoring entrambi mentor e mentee si mettono in gioco in uno spazio di diversità e auto riflessione che porta alla crescita di entrambi. (Quella up-down è la relazione di sponsoring)

E infine una grande curiosità per gli altri e per il mondo che ci circonda.

Allora si che la persona dotata di queste qualità innate diventerà un punto di riferimento, un modello di ruolo che raccontando la sua esperienza e ascoltando i tuoi dubbi ti guiderà nelle tue scelte.

Avrà competenze di ascolto naturali, capacità di guidarti o consigliarti al momento opportuno, leadership e carisma riconosciuti e probabilmente anche un bacino di relazioni a cui indirizzarti.

Spesso sarà un percorso così naturale che solo dopo anni realizzerai che è stato/a un/a tuo/a mentor!

E proprio per questo si parla di mentoring informale

 

E IL MENTORING FORMALE ?

Immagina invece un’organizzazione o anche un percorso di accompagnamento il cui scopo è aiutare il/la mentee nel suo sviluppo professionale.

Qui si tratta di fornire socializzazione al ruolo ai/lle mentee, cioè aiutarli/e a comprenderne i confini e i contenuti, i valori e le competenze necessarie a svolgerlo, trasferirgli autonomia e capacità di decisione.

Insomma aprirgli il mondo su una figura professionale o un modello di ruolo manageriale specifico di una categoria o di un’organizzazione.

Ecco allora che ci vuole un percorso di mentoring organizzato con delle linee guida e dei mentor formali e soprattutto formati!

Perchè si dice che sono mentor formali?

Perchè sono scelti in base a pre-requisiti necessari per raggiungere gli obiettivi del percorso e sono incaricati da qualcuno a fare i/le mentor.

Poi il/la mentee sarà probabilmente quello/a che sceglierà, ma in un bacino ben definito di mentor.

E perchè in questo caso i/le mentor devono essere formati/e?

Perchè il/la mentor ha uno scopo ben preciso da raggiungere comune agli altri mentor e deve avere gli strumenti per farlo. 

Ecco allora che il mentoring fa un salto di categoria e diventa una metodologia di sviluppo personale e organizzativo.

 

E ALLORA QUALE SCEGLIERE?

Come al solito dipende!😂

O meglio, lungo la tua vita probabilmente li incontrerai entrambi!

Anche in azienda spesso le due figure si intrecciano.

Ma se ti occupi di people development e vuoi ottenere un impatto a livello organizzativo c’è solo una scelta da fare : mentoring formale organizzato con mentor formati!

Poi potrai decidedere se averli interni o esterni ( ne ho scritto qui ), ma il percorso deve avere delle linee guida e i mentor devono essere formati altrimenti cadi nell’angolo delle lamentele o nelle sedute di sostegno psicologico.

 

 

Se vuoi saperne di più  contattaci per una chiacchierata.

E buon mentoring journey!

Daniela Belotti

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